lunedì 31 ottobre 2011

Il mio amico Paro

Paro
Ho parlato spesso dell’interatività presentando alcune installazioni spettacolari dal design originale. Ma il concetto d’interazione ricomprende altre situazioni, esperienze molto particolari, che vale la pena ricordare. Ciò non dovrebbe stupire se si considera l’interattività come "forme diverse di dialogo e scambio che non sostituiranno mai altri modi di comunicare ma che hanno una loro caratteristica, una loro identità, un loro linguaggio.

 Ci sono persone che hanno difficoltà a interagire con il mondo esterno, o a rapportarsi con esso e in questo caso la tecnologia può correre in aiuto. Nello specifico è la robotica ad offrire una possibile soluzione al problema.

Paro è un robot interattivo che ha la forma di un cucciolo di foca. È stato progettato da Takanori Shibata del Intelligent System Research Institute del Giappone (AIST) nel 1993. Ha una funzione terapeutica ed è utilizzato con successo in molti centri per l’assistenza agli anziani e negli istituti che ospitano bambini con ritardi nello sviluppo. Il robot agisce come un surrogato di un animale domestico vero e proprio, ed è stato dimostrato che in grado di ridurre i livelli di stress in questi pazienti e aiuta a stimolare l'interazione tra i pazienti e tra questi e gli operatori sanitari. È provato che Paro ha un effetto psicologico su queste persone, migliorando la loro sfera motivazionale e regalando momenti di puro relax.


Il robot è dotato di sensori tattili e risponde al contatto muovendo la coda e aprendo e chiudendo gli occhi. Risponde anche ai suoni e può imparare un nome. Manifesta le sue emozioni, come la sorpresa, la gioia e la rabbia e produce suoni simili al verso di un cucciolo di foca, (a differenza di un cucciolo di foca reale) è attiva durante il giorno e va a dormire la notte.
Fonte:
Paro Terapeutic Robot



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