venerdì 7 ottobre 2011

Tamara De Lempicka la dea dagli occhi di acciaio

Autoritratto in Bugatti verde 1925
Magici gli anni dal 20 al 40. L’epoca delle grandi dive, delle donne dal fascino travolgente. Femme fatale bellissime, consapevoli del loro fascino, che sapevano sfruttare a loro vantaggio.
Non a caso sono gli anni dei grandi intrichi spionistici, delle grandi rivoluzioni culturali e sociali che portano l’Europa ad affrontare il suo più grande conflitto interno. 


È in quegli anni che esplode il talento di Tamara De Lempicka "La dea dagli occhi di acciaio nell'era dell'automobile". Così la definiva il New York Times nel 1978. 
Donna alquanto interessante che con i suoi nudi femminili voluttuosi e i ritratti d'avanguardia, coglie meglio di altri le stravaganze di un'epoca dalle mille contraddizioni. Ha vissuto una vita ricca di colpi di scena anche se molto misteriosa, risultato della sua personalità stravagante. La sua forte curiosità culturale la portano a girare il mondo e sperimentare di continuo situazioni nuove e coinvolgenti che la trasformano nell’emblema della modernità. 

Abituata a conversare in lingue diverse, la Lempicka ''parla'' con la stessa disinvoltura un esperanto artistico, mischiando linguaggi figurativi di varie correnti e radici: cubo-futurismo russo e francese, ''ritorno all'ordine'' italiano, ''realismo magico'' tedesco, ''realismo'' polacco. Una babele di elementi rielaborati in modo geniale fino a creare una ''lingua'' nuova, autonoma e individuale, dai caratteri accattivanti. (fonte

In piena estate
Donna con guanti 1929
Nudo con vele


Dietro i visi geometrici dei suoi ritratti sembra nascondersi una profonda malinconia. “Sono stata la prima donna a dipingere in maniera chiara e pulita: questo è il segreto del mio successo. Un mio quadro può essere riconosciuto subito fra altri cento. Le gallerie cominciarono a riservarmi gli spazi migliori, sempre al centro. Il mio stile, infatti, attirava subito l'attenzione. Era chiaro, era perfetto”. Così Tamara commentava il suo inconfondibile marchio.

La dormiente
Mano surrealista


Fonti:

Le immagini sono tratte dal  sito

Biografia


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