giovedì 3 novembre 2011

Scrittori alla conquista del web. Parte prima

Nuvola tag
In un altro articolo ho parlato del diritto d’autore, delle sue caratteristiche e della sua importanza. A questo punto vi propongo una riflessione. 

Ci sono molte persone che vorrebbero acquistare i nostri amati libri, ma devono rinunciare perché non hanno la disponibilità economica per soddisfare tutti i loro desideri. Questo è un pensiero che mi disturba perché molto spesso, anzi troppo spesso, mi sono trovata nella stessa situazione. Vi assicuro che è una sensazione snervante e irritante. In questi momenti le biblioteche potrebbero essere l'unica consolazione ma lo sono solo in parte. Le opere di scrittori emergenti trovano spazio di rado nei loro scaffali. Non per voluta scelta. Anche le biblioteche devono fare i conti con i tagli e con fondi sempre più limitati. Cosa si potrebbe fare per risolvere questo empasse?

Si potrebbe utilizzare il web come tramite tra gli scrittori esordienti e coloro che vogliono leggere le loro storie. L’ideale sarebbe mettere a loro disposizione i racconti gratuitamente. A questo punto molti potrebbero obbiettare: se tutti scaricano o copiano i nostri libri e fanno a meno di comprarli, non abbiamo più ritorno economico dal nostro lavoro.

Permettetemi un’altra considerazione. Gli scrittori emergenti devono combattere una bestia tanto infida quanto pericolosa che si chiama "anonimato". Farsi conoscere dai futuri lettori e editori è indispensabile e non è detto che il primo passo in questa direzione sia per forza la pubblicazione.

Il web offre infinite possibilità che potrebbero essere sfruttate. Già Writer’s Dream raccoglie nel suo forum esperienze interessanti in tal senso; ma esistono altre valide alternative? Vi anticipò la risposta. Sì. Alcuni esempi sono stati portati alla vostra attenzione nei precedenti articoli: mEEtale una community molto interessante che vale la pena visitare. Altre le scopriremo con il tempo insieme.

Tutte queste riflessioni conducono alla medesima domanda. Come tutelare l’autore in questo caso?

Ultimamente al diritto di autore, o meglio al copyright, si contrappone un nuovo movimento che reca in sé, una nuova elaborazione di esso, per certi versi rivoluzionaria, individuata nel termine copyleft. Non è un sistema legale alternativo al copyright, tanto meno una forma di totale rifiuto alla tutela giuridica riservata alle opere dell’ingegno. Il copyleft è solo un modello alternativo di gestione dei diritti d’autore: alternativo rispetto alla prassi tradizionale che vuole tali diritti trasferiti in blocco e con parametri temporali e soggettivi piuttosto standardizzati. (Simone Aliprandi)

Da ciò si deduce che quando si parla di copyright si fa principalmente riferimento all’insieme dei diritti patrimoniali di cui l’autore è libero di disporre e non invece ai diritti morali; essi in quanto diritti irrinunciabili, incedibili e perpetui non posso essere oggetto di transazioni.

L'espressione inglese copyleft è un gioco di parole su copyright e individua un modello di gestione dei diritti d'autore basato su un sistema di licenze attraverso le quali l'autore (in quanto detentore originario dei diritti sull'opera) indica ai fruitori dell'opera che essa può essere utilizzata, diffusa e spesso anche modificata liberamente, pur nel rispetto di alcune condizioni essenziali. (tratto da Wikipedia )

La nascita di questa corrente di pensiero si contestualizza all'interno degli ambienti informatici che, dopo esperienze più che decennali alimentate dalla libertà di ricerca scientifica e dalla volontà di incentivare l'evoluzione tecnologica, hanno portato alla creazione della Free Software Foundation nel 1984, dell'Open Source Initiative nel 1998 e delle Creative Commons nel 2001. Nell'arco di questi diciassette anni si assiste a un fenomeno che, intessuto di elementi tecnici e culturali, estende l'attenzione, e dunque l'estensione delle norme sul diritto d'autore, dal software a tutti i contenuti digitali intesi in senso più ampio. (tratto da un'inchiesta di Ermanno Pandoli e Antonella Beccaria ).

Attraverso le licenze Creative Commons si manifesta in maniera precisa la volontà dell’autore in merito ai suoi diritti patrimoniali; esse rappresentano il modo più chiaro per raggiungere gli scopi del copyleft. Per il momento non mi soffermerò nella loro descrizione che affronterò nel prossimo articolo.

Sul web ci sono alcuni siti che hanno come fine quello di diffondere opere dell’ingegno secondo l’approccio mentale del copyleft. Tra questi vi segnalo iQuindici. Le informazioni che danno nel loro sito sono molto precise ed esaustive. Vi consiglio di dare un’occhiata per capire l’essenza del loro lavoro. Se vi convincono mandate il vostro racconto o romanzo a  manoscritti@iquindici.org seguendo le istruzioni inserite nel sito. Vi preciso che: non divulgano il materiale che leggono. Le loro valutazioni sono inviate solo all'autore e restano disponibili per chi fa parte del gruppo dei iQuindici che può ovviamente leggerle e commentarle. Al gruppo si accede tramite registrazione, contattando lo staff del sito e accentando in toto le condizioni del loro manifesto. La diffusione delle opere avviene previa autorizzazione scritta dell’autore. Li ho contatti e sono molto disponibili non abbiate timore di confrontarvi con loro.

Finisco con un video di Christian Biasco e dei suoi collaboratori. Sono degli specialisti della comunicazione e i loro prodotti sono molto utili per spiegare concetti molto complessi.





Testi consultabili:
Teoria e pratica del copyleft-Guida all'uso delle licenze opencontent
Copyleft & opencontent-L'altra faccia del copyright


Scritto per "Scrittevolmente"

© Tutti i diritti delle opere e dei testi sono di proprietà dei rispettivi autori.

0 commenti:

Posta un commento