sabato 5 novembre 2011

Scrittori alla conquista del web. Parte terza

Nuvola tag
Concluderò oggi il discorso sul copyleft analizzando alcuni aspetti pratici della questione.



Vorrei precisare, prima di tutto, che le mie saranno solo delle indicazioni orientative, premessa di un discorso molto complesso e articolato.
Avete mai consultato un libro che circola in regime di copyleft?

Dopo le informazioni sull’autore, l’editore, trovate una nota, un’avvertenza, detta disclaimer che ha una doppia funziona: informativa e giuridica. Essa spiega che cos’è il copyleft chiarendo le sue peculiarità, e in più fornisce informazioni sul regime giuridico cui è soggetta l’opera. È costituita da due parti: la nota di copyright, che individua il detentore dei diritti sull’opera nonché la data di acquisizione dei diritti, e la nota di copyleft, che indica a quale licenza il detentore dei diritti ha scelto di fare riferimento.

Per esempio: 

Copyright © Titty, Giugno 2011
Il presente articolo è rilasciato nei termini della licenza Creative Commons
Attribuzione – NonCommerciale – CondividiAlloStessoModo 2.0 Italia
disponibile alla pagina Internet http://creativecommons.org/licenses/bync-
sa/2.0/it/legalcode

La disclaimer per rispettare le sue funzioni deve essere chiara e inequivocabile, quindi comprensibile a chiunque anche a chi non ha mai sentito parlare di copyleft o licenze Creative Commons.

La liberatoria è un altro importante documento che l’autore nella pratica è tenuto a redigere. Un atto unilaterale in cui un soggetto dichiara: di essere l’autore o comunque il titolare dei diritti dell’opera presa in considerazione, e di volerla rilasciare sotto una determinata licenza. Ha funzione principalmente probatoria e lo scopo di sollevare l’editore dell’opera da eventuali pretese dell’autore o di altri soggetti terzi. Anche questa deve avere precise caratteristiche; deve individuare chiaramente e inequivocabilmente il soggetto titolare dei diritti (e firmatario della dichiarazione), l’opera a cui la dichiarazione si riferisce e la licenza prescelta.

Per esempio:

La sottoscritta Titty nata a Paperopoli in data 01/01/0000 con la presente
DICHIARA
di essere l'unico autore e detentore dei diritti di questo articolo intitolato “Scrittori alla conquista del web.Terza parte”; e di voler rilasciare in pubblico tale opera sotto la disciplina della licenza Creative Commons Attribuzione – Non Commerciale - Non Opere Derivate 2.0 Italia, il cui testo valido ai fini legali è disponibile alla pagina web http://www.creativecommons.it/Licenze/LegalCode/by-nc-nd e di cui la sottoscritta conosce le implicazioni pratiche e giuridiche. [oppure e di cui si riporta in calce il testo integrale come parte integrante di questo documento.]
Paperopoli, 31/12/0000

La liberatoria rispecchia la volontà del dichiarante è quindi può avere un contenuto più o meno ampio a seconda delle intenzioni e della licenza che intende utilizzare. È possibile usufruire dello strumento della liberatoria per cedere diritti non contemplati nella licenza citata.

Per esempio a quanto sopra scritto si può aggiungere:

Dichiara altresì di cedere i restanti diritti sull'articolo(cioè quelli non contemplati nella suddetta licenza) alla società editrice Pinco Pallino s.r.l. (con sede in Metropolis, (via Super eroe 1) ai fini della pubblicazione a mezzo stampa.

La liberatoria in alcuni casi potrebbe non bastare a disciplinare situazioni troppo complesse. Supponiamo che un autore vuole cedere a titolo oneroso alcuni suoi diritti e aggiungere informazioni riguardanti le prestazioni della controparte (come il compenso dovuto all’autore). In questo caso sarebbe più opportuno adottare un vero e proprio contratto di edizione. Un accordo, sicuramente, innovativo, che, pur mantenendo le sue tipicità, permetterebbe la realizzazione del modello copyleft.

Anche in questo caso ho due esempi da proporvi che allego alla fine di questo articolo, sempre tratti dal testo di Simone Aliprandi “Teoria e Pratica del copyleft. Guida all’uso delle licenze Opencontent” che danno un’idea di come potrebbe articolarsi tale accordo.
Entrambi considerano l’ipotesi in cui un’opera è rilasciata sotto una licenza Creative Commons “Non commercial”: il fatto che l’autore/licenziante si riservi l’esercizio esclusivo dei diritti di sfruttamento economico, comporta anche che egli possa cedere questi diritti a un altro soggetto in cambio di un corrispettivo in denaro e di altre controprestazioni accessorie.

Il modello A prevede che l’autore trasferisca all’editore solo i diritti non contemplati nella licenza. Si redige quindi un contratto in duplice copia nel quale le parti prima sanciscono la loro volontà di pubblicare un’opera sotto quella licenza, dopo di che disciplinano la gestione dei diritti esterni ad essa.

Nel modello B l’autore concede all’editore tutti i diritti relativi all’edizione a stampa, ma con la condizione espressa che l’editore provveda a pubblicare l’opera sotto la licenza prestabilita dall’autore. È chiaro che in questo modo il testo del contratto risulta molto più snello.





Scritto per "Scrittevolmente"

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